
Qualche mese fa se ne andato il grande maestro del Monastero di Yuthok nell’Amdo, Karma Sönam Rinpoche. Dopo aver annunciato che il suo momento era arrivato, è entrato in meditazione e dopo qualche giorno il suo corpo è diventato sempre più piccolo. Karma Sönam aveva 93 anni ed era un importante lama della tradizione Karma Kagyu e praticante del chöd, tra i tanti segni straordinari di realizzazione ha lasciato l’impronta della sua mano nella roccia.
Ho avuto la fortuna di incontrarlo due anni fa, Rinpoche era molto vecchio e benediceva le persone dalla finestra della sua casa nel monastero gettando del riso.
Qui sotto riporto una mia traduzione della versione cinese del testo tibetano che racconta le vicende del parinirvāṇa di Tulku Karma Sönam:
Ecco in breve come sono andate le cose:
Rinpoche quest’anno aveva annunciato che non sarebbe rimasto in vita ancora a lungo, suo nipote voleva costruirgli una nuova casa e, quando ne parlarono, Rinpoche disse che tutto era impermanente, che questo sarebbe stato il suo ultimo anno in questo mondo e che non c’era bisogno di costruire una casa, non aveva bisogno di ricchezze o cose di questo tipo. Grazie alla sua chiaroveggenza sapeva che questo sarebbe stato l’anno del suo parinirvāṇa.
All’inizio dell’autunno, Rinpoche si era molto indebolito e i monaci si erano preoccupati e lo avevano pregato di andare in un grande ospedale, per accontentarli Rinpoche si era fatto portare all’Ospedale del Popolo della Contea di Dzamthang per farsi visitare ma non ha voluto rimanere a lungo e il giorno dopo è tornato al Monastero di Yuthok.
Alle persone più vicine aveva detto: “Dopo che sarò morto avvertite Dodrupchen Rinpoche, a parte questo non c’è bisogno di fare nient’altro. Quando i monaci dagli altri monasteri verranno in visita, fategli dei regali, non fateli tornare indietro a mani vuote. Dopo che sarò morto non c’è bisogno che facciate per me delle opere buone, io non ho nemmeno i soldi per farle…”. Così aveva richiesto più volte.
“Le due statue e il dorje e la campana che ho usato nella pratica sono molto belle e preziose, lasciatele nella mia stanza come oggetti benedetti. Non fate costruire al monastero uno stūpa reliquario per me, se ce ne fosse proprio bisogno lasciate costruire uno stūpa d’ottone a mio nipote e nient’altro.”
Tra le altre cose Rinpoche aveva detto più volte che il suo trono nella terra pura di Sukāvatī era vuoto e che, una volta rinato lì, avrebbe beneficiato tutti gli esseri senzienti che avevano avuto una connessione con lui. Prima di andarsene Rinpoche aveva chiesto a suo nipote Tulku Sangye Tenzin se fosse l’ottavo giorno del mese del calendario tibetano e aveva risposto da solo che era il sette e che l’indomani sarebbe stato l’otto.
Il giorno dopo Tulku Sangye Tenzin guidò la pratica, Rinpoche alzò il pollice in segno di ringraziamento e entrò in meditazione, nel perfetto stato di Mahāmudrā e per la felicità dei discepoli che avrebbero voluto vederlo ancora per tanto tempo, mantenne la posizione del nirvāṇa come una persona ancora in vita.
Alle dieci passate dell’8° giorno le persone del monastero hanno chiamato in India Sua Santità Gyalwa Karmapa, Tai Situ Rinpoche e Dodrupchen Rinpoche e gli hanno riferito la notizia del trapasso di Karma Sonam e, seguendo le loro istruzioni, il consiglio del monastero ha mandato il maestro vajra Lama Karma Loyak e Khenpo Tulnam a svolgere gli ultimi rituali vicino ai resti del corpo di Rinpoche.
Il 18° giorno del calendario tibetano ( il 10 novembre 2014) è cominciata ogni giorno a venire una folla di circa 6-7 mila monaci e laici a rendere omaggio ai resti del corpo di Rinpoche.
Quelli che sono venuti a rendere omaggio dovranno recitare 100.000 volte il nome di Amitābha, quelli che hanno preso il sale che avvolgeva i resti dovranno recitare 100.000 volte il mantra di Avalokiteśvara e quelli che hanno preso dei pezzi del vestito dovranno recitare 100.000 volte il mantra di Vajrasattva.
I monaci del nostro monastero dovranno promettere di impegnarsi nelle dieci azioni virtuose e di contribuire all’unione delle Tre Regioni (Ü-Tsang, Do Kham, Do Me) e fare il possibile per smettere di mangiare la carne. I monaci giovani dovranno promettere di mantenere i voti in modo puro e di ascoltare e riflettere bene sugli insegnamenti e i monaci anziani dovranno promettere di praticare i Sei Yoga di Nāropā e di praticare sempre gli insegnamenti di Rinpoche.

