I lha, gli nyan e i lu

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Stiamo percorrendo una strada nuova, come mi è già capitato di vedere in Tibet, lungo le strade che salgono all’interno di strette gole, ampie zone della valle sono state sommerse  e sono state costruite dighe per la produzione di energia elettrica. In questa zona il Fiume Giallo è diventato lago che si estende tra le montagne,  limpido, calmo e profondo.

“Pensi che questo cambiamento abbia portato dei miglioramenti o dei peggioramenti?” chiedo a Xiao Ma, l’autista hui che mi sta portando a Rebkong.

“Dei miglioramenti. La gente del posto dispone di più energia elettrica a un costo più basso.”

“Tutta quest’acqua non influenzerà negativamente l’agricoltura e l’ambiente?”

“No, con più acqua la zona è diventata più umida e questo compensa la siccità favorendo le coltivazioni.”

Forse è vero che ci sono stati dei miglioramenti ma le frane, le sempre più frequenti inondazioni nella Cina continentale, le precipitazioni anomale, i tifoni e altre calamità mi fanno pensare che la visione di Ma, come quella della maggior parte delle persone, sia solo a breve termine e che non tenga conto della stretta relazione di interdipendenza che lega i vari fattori ambientali.

Al contrario i Tibetani hanno sempre dato molta importanza al rispetto della natura, il cui equilibrio non doveva mai essere alterato, in essa infatti dimorano delle entità invisibili, dei genii loci, la maggior parte dei quali non sempre amichevole. Essi infatti sono spesso infastiditi dall’atteggiamento prepotente e indiscriminato dell’uomo nei confronti della natura, che costituisce la loro ‘casa’, e possono reagire causando malattie e calamità naturali di vario genere. In questo contesto l’uomo non è padrone ma ‘ospite’ e come tale deve comportarsi secondo delle norme ben precise di ‘convivenza pacifica’.

Queste entità possono essere suddivise (secondo una classificazione più semplice) in lha, nyan e lu. Secondo Trungpa Rinpoche i lha dimorano sulle vette delle montagne innevate, nel punto dove la terra è più vicina al cielo e dove per prima batte la luce del sole quando sorge.

Gli nyan abitano invece lo spazio intermedio: i versanti delle montagne con le loro rocce e le loro foreste e la superficie della terra con le sue pianure e distese erbose.

I lu hanno come casa gli oceani, i fiumi, i grandi laghi: tutto il regno dell’acqua e del sottosuolo. Tagliare alberi, rimuovere pietre sacre e scavare i fianchi delle montagne o il suolo, inquinare le risorse idriche, deviare il corso dei fiumi con degli argini o drenare l’acqua per mezzo di canali, compiere lavori in muratura o costruire edifici in genere, ecc. causano la vendetta di questi e di molti altri esseri non umani. Oggi in Tibet come nel resto della Cina stanno avvenendo molti lavori di modernizzazione che, in un’ottica a breve termine, sicuramente, in una certa misura, porteranno alcuni benefici ma, in questa selvaggia corsa allo sviluppo, si sta tenendo poco conto dell’impatto che tutto questo sta avendo sull’ambiente e delle relative conseguenze. Oggi la maggior parte delle persone non crede all’esistenza di queste entità e pensa che siano solo frutto della fantasia dei tibetani ma che queste ci credano o no, si troveranno poi a subirne le conseguenze.

(Rebkong, losar 2006)

Il video delle foto delle miei viaggi tra i ngakpa di Rebkong e Hongyuan nel 2005-2006 è qui.

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