Sono arrivato a Kunming, dove al Camelia hotel (il Chahua Bingguan) mia madre e una sua amica inglese mi aspettavano molto preoccupate perché, non immaginando che il treno dal Gansu al Sichuan sarebbe passato per lo Shanxi, ero arrivato con più di un giorno di ritardo. Paula, così si chiama l’amica di mia madre aveva letto su una guida della Lonely Planet che c’erano stati casi di turisti occidentali rapinati sui treni con dei coltelli e aveva condiviso la sua lettura con mia madre che, non vedendomi arrivare e non avendo avuto mie notizie, se prima era preoccupata, dopo essere venuta a conoscenza di questo, si era allarmata ancora di più.
Alla fine sono arrivato e insomma tutto bene quello che finisce bene, ora siamo a Kunming e ci godiamo un po’ la vita di questa piacevole città e tra poco partiremo per Dali. […]
Qualche giorno fa abbiamo preso un sudicio autobus con le cuccette e siamo arrivati qui a Dali l’altro ieri sera.
Dali è una cittadina con casette chiare dai tetti spioventi di tegole grigie, cinta da mura merlate su cui troneggiano due grandi porte in stile orientale. Da un lato ci sono le montagne e dall’altro il lago Erhai, un lago enorme punteggiato qua e là da tanti piccoli villaggi. A guardarlo sembra un deposito infinito di ricchezze, il tesoro di un drago nel suo palazzo, di un prospero re dei nāga con le sue preziose gemme.
Tra le tante gemme una particolare è certamente quella del villaggio di Xi Zhou a poca distanza da Dali. Immerso nel verde smeraldo dei campi, questo villaggio silenzioso dalle case bianche e grigie, rende un’idea dell’atmosfera che probabilmente regnava in questi luoghi una decina di anni fa.
Questa è la terra dei Bai.
Li incontri per le vie della città. Le donne con fazzoletti in testa, turbanti azzurri o neri, vestiti scuri ricamati con motivi di vari colori, anelli e bracciali d’argento. Gli uomini con il renmin mao, il cappello del popolo, in vestiti comuni o la giacca zhongshan, quella che indossava sempre Mao, in tinte blu o grigie. A volte si vedono donne Bai con i copricapi ornati da tanti colori e i vestiti chiari: bianco e rosa, celeste e blu, bianco e celeste. Mi sembra che vestano così soprattutto nelle zone più turistiche.
Sono di piccola statura e hanno dei volti simili a quelli delle popolazioni delle colline in alcune zone del sud est asiatico.
Il lago e la città erano il centro dell’antico Regno di Nan Zhao e del Regno di Dali1, regno che fu conquistato definitivamente per mano dei guerrieri più formidabili e temerari: i mongoli.
Sullo sfondo delle montagne, tre pagode bianche si stagliano verso le nuvole come tre Pilastri del Cielo.
Continua da Partenza a sud delle nuvole
(Dali, 22 Agosto 2000)
1Il Regno di Nanzhao (VIII-IX sec.) e il Regno di Dali (937-1253), che ne fu la continuazione, erano regni la cui estensione corrispondeva pressappoco all’attuale Yunnan.