In uno dei discorsi finali del ritiro di dieci giorni il maestro Goenka consigliava di meditare prima del sorgere del sole, verso le cinque del mattino quando ancora la gente dorme, parlava infatti di come le persone, in ogni loro azione, fossero animate dagli stati mentali negativi dell’attaccamento e dell’avversione e di come questi si riversassero nell’ambiente circostante come fattori inquinanti e avessero il potere di influenzare la nostra meditazione.
Il discorso filava, dopotutto quando entri in un ambiente dove tutti sono tristi o felici sei in qualche modo affetto da questi stati d’animo, ma il fatto che questo potesse influenzare la propria capacità di calmarsi anche stando nella propria stanza mi sembrava un po’ esagerato: “possono davvero gli stati negativi degli altri influenzare la nostra calma mentale fino a questo punto?” Mi chiedevo.
Sugli scaffali delle librerie nella sezione “spiritualità” ci sarà capitato di imbatterci in quei libri sull'”energia” spesso editi da case editrici anonime con titoli come I Vampiri Energetici, L’Energia Guaritrice della Preghiera, Gli Angeli Custodi e altri titoli strani questo genere.
Quando, perso nel magnetismo mentale del libro-shopping, mi ci cade lo sguardo, li sfoglio spesso per curiosità, ne guardo la copertina, le illustrazioni interne e tutta quella serie di schemi, diagrammi e tabelle che li costituiscono. Ora ammetto di averli sempre considerati libri di serie F1 e per questo non particolarmente rilevanti ma da un po’ di tempo ho cominciato a pensare che anche questa sia una sottile forma di orgoglio e che, come tutte le forme d’orgoglio, renda impossibile ogni vero apprendimento. Infatti ogni cosa è in un certo senso di per sé un insegnamento, sta a noi coglierlo.
Insomma, le verità di questi libri mi sono sembrate in un certo senso connesse a quello che Goenka diceva nel suo discorso, verità che mai prima d’ora ho sentito così reali e tangibili come qui a Hong Kong, dove le ansie, i desideri, le speranze e le delusioni delle persone sono così intense e concentrate in uno spazio così ristretto, da creare delle polarità energetiche di grande forza.
Come le acque di un torrente impetuoso che scorrono fragorosamente in una stretta gola di montagna (questa è anche l’immagine evocata dal fiume di gente che avanza freneticamente nelle strade strette tra le gole dei grattacieli) o come un cielo nuvoloso, apparentemente “calmo” ma carico dell’elettricità del fulmine.
Il fatto che il magnete trainante di questa città sia forse solo esclusivamente il denaro rende il tutto più intensificato: i soldi e il potere, infatti, attraggono facilmente il “lato oscuro della Forza” e mettono alla prova anche il più puro e forte dei cavalieri Jedi.
Mi era capitato più volte di tornare da una giornata in centro con il mal di testa ma non avevo mai pensato che questo potesse essere legato all’energia del posto. All’inizio infatti avevo pensato che fosse una coincidenza e avevo cercato le cause altrove ma poi , affinando sempre più le mie percezioni, e osservando più attentamente le circostanze in cui questi sintomi si manifestavano, fui quasi certo che queste sensazioni di malessere dipendessero dall’ambiente stretto e chiuso e dalle persone che mi giravano vorticosamente intorno.
Anche adesso, quando vado in centro (soprattutto nelle zone più affollate di Hong Kong Island come Central o Caswaybay o di Kawloon come Tsim Sha Tsui, Jordan, Mongkok e Hung Hom) noto che queste sensazioni diventano più forti e vanno attenuandosi appena mi allontano gradualmente dal caos. Una delle energie più evidenti a Hong Kong è l’aggressività, il modo in cui la maggior parte della gente si muove per strada è secco e ruvido, non c’è gentilezza nelle espressioni, nei movimenti, nei gesti e la maggior parte della gente si muove davvero veloce, troppo veloce. Inoltre penso forse di non aver mai parlato qui con una persona veramente calma, c’è una certa ansia di fondo, quasi sempre presente nelle espressioni e nel tono di voce che è sempre veloce e confuso.
In altre città forse questo è meno evidente o determinante perché la vita non è così veloce, c’è molto più spazio, piazze e giardini dove la gente si riposa e non è così ossessionata dal lavoro o dal successo (inoltre non tutto gira così esclusivamente e freneticamente intorno al denaro, almeno non ai livelli di Hong Kong) e soprattutto non ci sono più di 7 milioni di persone in molto meno di 250 kmq (infatti dei 1000 kmq di territorio meno del 25% è costruito e solo il 7% è a scopo residenziale).
È strano come Macau, con i suoi casinò e la sua fama della Las Vegas dell’Asia, sia comunque una città più dolce. Notai come la gente lì fosse più rilassata e camminasse piano e rimasi stupito nel vedere un cinese locale leggere comodamente il giornale la mattina con tutta calma su una delle panchine di una piazzetta o la gente passassare più tempo nelle caffetterie. Forse era stata l’influenza dei portoghesi pensai o forse il fatto che lì ci vivono in pochi o che a Macau ci sia un lato oscuro latino della Forza (Lado escuro da Força) ma queste sono solo mie supposizioni. Adesso torniamo all’argomento principale, volevo solo fare un paragone.
In Cina esiste da millenni l’arte dell’individuare le energie della natura cercando di convogliarle in modo positivo, o di non ostacolarle, l’antica geomanzia cinese: il feng shui.
La teoria base del fengshui è che l’ambiente esterno influenza la nostra condizione psicofisica. Stranamente ora il fengshui delle città europee sembra essere migliore di quello di molte città cinesi.
A Hong Kong si dice che il feng shui del territorio sia estremamente positivo, quasi ideale per attirare prosperità e longevità, con il mare davanti, le verdi montagne nell’entroterra e le sue isole e coste guarnite di innumerevoli insenature e golfi. Nel feng shui infatti l’energia del Qi, rappresentata dal drago, scende dalle montagne e si ferma davanti a uno specchio d’acqua dove si raccoglie e si condensa. L’ironia però vuole che l’intervento esterno dell’uomo abbia quasi letteralmente distrutto il feng shui del posto, rendendo l’area urbana di Hong Kong una delle città con il peggiore feng shui dell’Asia.
I draghi, infatti, come gli abitanti umani di questa città, sono rimasti imprigionati nel cemento e la loro magica perla sta perdendo la sua lucentezza e con essa il suo potere. I draghi non hanno colpa, sono stati imprigionati dagli uomini ma gli uomini chi li ha imprigionati?
Esiste una prigionia mentale, quella dell’attaccamento e dell’avversione, dell’incapacità di vedere la vita sotto altri punti di vista, della resistenza al cambiamento e una prigionia fisica materiale, del luogo dove si vive. Spesso una genera e influenza l’altra.
Mi diverto a pensare come il concetto di prigionia sia relativo, infatti molti alloggi qui sono più simili a celle d’isolamento (sempre però a carissimo prezzo) mentre alcune prigioni dell’Austria o della Norvegia sembrano pensioni di villeggiatura. Con i prezzi del real estate ad una media di 10000-12000 HKD (1200-1400 euro) per “piede quadrato”, alla prigionia si aggiunge anche la schiavitù di decenni di mutuo sulla casa e il cittadino-prigioniero che dichiara con gioia la “grande notizia” di avere ottenuto il mutuo dalla banca, ora e anche schiavo.
Anche io sono prigioniero qui, prigioniero di una città, prigioniero di un’isola, prigioniero di una stanza, prigioniero di un sistema di valori che non mi piace ma spesso guardo il cielo e l’esempio da seguire, la via verso la libertà me la danno loro, le aquile che volano in quegli spicchi d’azzurro lasciandosi trasportare dalle correnti e le cui sagome si specchiano nei vetri dei grattacieli.
E’ l’alba e dalla finestra al trentacinquesimo piano di un grattacielo guardo sotto di me una stretta strada ad alto scorrimento incurvarsi leggermente e passare in mezzo a degli anonimi palazzi altissimi poco lontano che serrano dei campi sportivi. In lontananza una linea serpeggiante di un treno sopraelevato passa dietro agli edifici e si vede anche una vecchia fabbrica messa di traverso. Inspiro ed espiro lievemente e mi viene in mente il fengshui.”A mali estremi estremi rimedi!” penso divertito ed è così infatti che dei maestri di feng shui vengono pagati a carissimo prezzo per “rimediare” ai misfatti dell’uomo (che qui mi sembra molto confuso). Io comunque ho deciso di seguire i miei maestri alati perché la vera libertà e il feng shui migliore anche i cittadini più ricchi di Hong Kong non se li possono comprare.

Bravissimo Andrea.
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Grazie Ale😊
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Bellissimo testo
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Sono contento, grazie 😊
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