
Trovo sempre un fascino particolare nelle piccole città di confine, una sensazione di essere arrivato alla fine e all’inizio di qualcosa.
Un senzo di nostalgia e allo stesso tempo curiosità e voglia di varcare un confine entrando in un territorio ignoto.
Questa sensazione è nell’aria a Kep, una tranquilla cittadina sulla costa della Cambogia a pochi chilometri dal confine vietnamita.

La vita lenta scorre monotona, lungo la strada che costeggia il mare, dove poco lontano bambini e giovani passano le giornate a giocare e fare il bagno tra le onde e a rilassarsi o passeggiare lungo la spiaggia nel tardo pomeriggio e al tramonto.
Un’ atmosfera pacifica e gioiosa, dove le grida dei bambini si sentono lontane attutite dal suono del mare.
Sono passati solo pochi giorni da quando siamo arrivati ma potrebbero esserne passati cento, infatti la monotonia e la vastità del mare danno una sensazione di spazio fuori dal tempo.


La sera le lucine del crab market e dei ristorantini sul mare punteggiano l’oscurità come quelle delle lucciole nelle notti di primavera.
Di fronte al mare le colline ricoperte di foreste offrono un rifugio durante i giorni più caldi. E su al Led Zep Café, nel parco nazionale, si potrebbero passare ore a riposarsi all’ombra guardando il panorama della baia.

Ma c’è una presenza tranquilla e silenziosa di cui non vi ho ancora parlato, una statua di una fanciulla bianca che guarda il mare.

Esistono tante storie su questa fanciulla bianca, tra queste si dice che la statua sia quella di una giovane che stia aspettando il ritorno del marito dal mare.


Oggi per i locali sembra essere diventata una sorta di entità protettrice dei pescatori e di chi si avventura per mare e incensi e frutta vengono regolarmente offerti davanti a lei.

Un giorno ho passato del tempo vicino a lei alla luce del tramonto guardando l’isola di Phu Quoc, ora parte del Vietnam, a pochi chilometri di distanza, pensando a quanto fosse vicina e allo stesso tempo diversa, con i suoi resort, lunapark, aquapark, finte città italiane ed europee e attrazioni turistiche di ogni tipo e mi ricordavo quando da lì, dall’alto della ruota panoramica del lunapark, guardavo la costa della Cambogia immaginandomi la spiaggia con i bambini e i giovani di Kep e la fanciulla bianca dall’altra parte che avevo appena lasciato pochi giorni prima.
Phu Quoc vista dalla fanciulla bianca sembra solo una delle tante isole semi disabitate della Cambogia. Forse è più bello guardarla da lì.
Tra poco lasceremo Kep, ti saluto per questa volta fanciulla bianca. Stando dalla tua parte mi sento di penetrare i tuoi pensieri e le tue emozioni, tu che rappresenti per me questo senso di nostalgia e di guardare l’orizzonte lontano, tutto ciò che è sconosciuto. Spero di rincontrarti presto.