
Ho appena guardato la pubblicità di una birra locale, la Blue Girl e ho pensato a quanto fosse idiota.
Un gruppo di occidentali si stanno, come sempre ovviamente, godendo la vita alla grande. Non è un apprezzare le piccole cose ma una vita spericolata vissuta al massimo, quasi da cocainomane.
Sì perché se non urli “wooooh!” o dici ciao con quella falsa euforia e quel tono ascendente, come avviene spesso ora anche in Italia, non sei abbastanza positive e non avrai molti “amici” o followers sulle piazze della città e su quelle di internet. Altri “amici” ti contatteranno meno perché non sarai abbastanza cool o non farai o avrai fatto abbastanza cose da mostrare e per questo non sarai degno di cosiderazione. Il loro Ego non ne sarà soddisfatto, non potranno dire ” Io c’ho un amico….” facendoti diventare una loro estensione.
Come se la nostra esistenza come esseri umani debba essere riconosciuta dagli altri in base a quello che facciamo o che mostriamo di aver fatto e non per il semplice fatto di esserci, di essere vivi su questa terra e di, come cantava Zucchero, avere bisogno di amore fin dai nostri primi istanti di vita, proprio come le piante hanno bisogno del sole. Ma forse non ci amiamo tanto ed è per questo che preferiamo fare gli idioti per essere universalmente accettati da altri idioti.
La nostra tristezza, la solitudine, le situazioni e gli stati mentali più ordinari e insoddisfacenti vengono nascosti, il tenerci sempre iperattivi può diventare uno dei modi per non farceli vedere, per sfuggire a noi stessi. Raramente parliamo della sofferenza, almeno della nostra, ne siamo quasi imbarazzati, oppure al contrario la ingigantiamo esaltandone i lati tragici e quando parliamo della sofferenza degli altri molto spesso lo facciamo con cinismo come un giornalista o un presentatore di un varietà televisivo. Facebook, Instagram e gli altri social con la loro sublimazione dell’Ego sono un po’ lo specchio di tutto questo.
Ritorno alla pubblicità perché spesso mi perdo nel fare questi voli pindarici.
Allora i giovani della pubblicità fanno trekking, vanno in bicicletta in salita nella neve, salgono lungo i pendii delle montagne ghiacciate come quelli della Compagnia dell’Anello, insomma di tutto di più.
Fin qui niente di così strano: la frivolezza della pubblicità del Cornetto Algida o del Maxi Cono mista allo spirito di squadra, “amici per la pelle volemose bene” e senso di raggiungere uno scopo condiviso che ritroviamo un po’ in Amaro Montenegro, solo che alla fine, giunti soddisfatti sulla vetta, a -10 tutti imbacuccati e stanchi, invece di un bicchierino del buon vecchio liquore o uno di cognak portato da un San Bernardo, si stappano e bevono una bottiglia ghiacciata di Blue Girl a testa con qualche frase edificante che dovrebbe essere un insegnamento per i telespettatori.
Mi vengono in mente i testi della canzone di Battiato “sul ponte sventola bandiera bianca!” e penso a quanto siano attuali soprattutto oggi.
A proposito di bandiere bianche, ora me ne devo andare in fretta perché in questo ristorante di Taiwan stanno cercando di ricreare il microclima dell’Antartide e sono in maglietta a maniche corte (qui una Blue Girl a temperatura ambiente sarebbe diventata un Calippo).
Esco, l’aria tropicale mi travolge, mi si appannano gli occhiali e arranco per qualche metro sulla via notturna piena di insegne luminose appoggiandomi ad una ringhiera. Di sottofondo qualcuno, probabilmente un po’ alticcio, ulula da un karaoke. Alzo lo sguardo è vedo sopra di me un grande cartello che sporge dal primo piano di un edificio: Aberdeen Fish Balls.
“forse non ci amiamo tanto ed è per questo che preferiamo fare gli idioti per essere universalmente accettati da altri idioti”
direi che questa è la frase del giorno, certo è un po’ cinica ma fotografa molti nostri percorsi… anche se l’atteggiamento di superiorità che assumiamo quando giudichiamo “gli altri” col ditino alzato è spesso sterile e supponente.
Comincio a pensare che forse ognuno ha le sue ragioni, e quindi… “tutti hanno ragione (?)”
Abbandono queste riflessioni (leggere) e passiamo ad altro… ma tu stai a Taiwan??
Complimenti e buone giornate.
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Beh, se questa frase ci colpisce vuol dire che in un certo senso, più o meno consciamente, ci riguarda. Dico “ci riguarda” perché come tutti quelli che vivono in questa società moderna riguarda anche me. In questo senso quando diamo agli altri degli idioti non c’è superiorità perché lo siamo anche noi, è solo che, come accade nella burocrazia, si seguono meccanismi ciechi, insomma non sappiamo chi e quando ha cominciato a fare l’idiota per primo (se ce n’è stato mai uno) ma noi molto spesso l’abbiamo seguito. Dopotutto esiste il libero arbitrio ma non sempre il libero arbitrio ci fa fare le scelte giuste. Poi non siamo idioti ma “facciamo gli idioti” che è diverso, infatti possiamo sempre rendercene conto e quindi ci sono ancora tante possibilità. Secondo me per aiutare e aiutarci non serve tanto l’additare come dici tu ma il riflettere come uno specchio, sta alle persone specchiarvisi e vedere se la loro immagine riflessa gli piace o meno. Di solito quando scrivo, scrivo sempre cose che sperimento di persona nel bene e nel male, solo che, quando sono cose negative, cerco il più possibile di limitarne le dosi. Insomma non sono un Battiato o un Terzani ma mi sembra di fare un po’ come loro. Se si è troppo politically correct le parole ci arrivano di striscio e non ci colpiscono come dovrebbero. Tornando al ristorante, no, sono ancora a Hongkong era solo cucina taiwanese.😄
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